mercoledì 27 maggio 2009

Perle di saggezza, perle di brillantezza


I baci perugina, certo. I biscottini della fortuna, va bene. Le bustine di zucchero pure. Eravamo abituati a perle di saggezza da gustare binariamente agli oggetti coi quali venivano dispensati. Seduti e con i sensi piacevolmente impegnati dal cioccolato e le nocciole alla fine di un pasto domenicale di altri tempi, i baci. Nel cinese sotto casa, con l'odore del manzo alla piastra ordinato dal tavolo vicino a confondere i sensi, il biscottino. Al bar nei diciotto/venti secondi tra la sguardo al barista e l'arrivo della tazzina bollente sul bancone, le bustine. Ora no... le perle di saggezza si “gustano” piegato in avanti caricando la lavastoviglie in posa pericolosamente precaria. Le massime di Schopenhauer, Confucio, Checov, Swift e Brillant-Savarin mischiate come i miei coltelli e forchette, come i bicchieri e le tazze. Ogni volta sono conteso tra la voglia di leggere il messaggio sulla bustina del detersivo in tablet e la paura di non riuscire più a rialzarmi dopo un esercizio così pericoloso per la mia schiena. Di sicuro i maghi del marketing della Pril non hanno il mal di schiena

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